Josè Aranas - Filippine

Un Amore che dissolve le paure e insicurezze

Ho dei ricordi molto belli della Cittadella di Montet dalla mia Scuola di Formazione nel 2005. Non avrei mai immaginato che sarei tornato qui dopo 15 anni vissuti nelle Filippine, di cui gli ultimi 12 trascorsi nella Mariapoli Pace a Tagaytay, lavorando come redattore di libri e della rivista New City Magazine. Ho scritto storie per bambini e articoli di vario genere. Lo scorso 8 gennaio ho lasciato le Filippine ed ero davvero molto triste nel lasciare la piccola comunità che mi era stata affidata e il mio lavoro di giornalista. Organizzavo conferenze, simposi, ritiri per studenti, insegnanti e anche per giornalisti. Stavo facendo carriera come autore, scrittore e oratore pubblico.  Nella Mariapoli Pace, collaboravo anche con la scuola permanente per il dialogo interreligioso a servizio di tutta l'Asia.

E’ stato difficile lasciare la mia comunità e il mio Paese ma proprio l'amore di questa comunità nelle Filippine mi ha aiutato a superare la mia grande tristezza. Quando sono arrivato a Montet, era inverno molto freddo, ma sono stato avvolto dalla calorosa accoglienza della Cittadella e questo amore mi ha aiutato a inserirmi.

Un giovane focolarino argentino mi ha detto di essere molto grato a Dio per il dono della mia presenza e per aver detto il mio "sì". Le sue parole mi hanno in qualche modo reso più consapevole della mia adesione a quanto mi era stato proposto. Un altro, brasiliano, mi ha insegnato pazientemente a pulire gli ambienti, perché non sapevo quali attrezzi e detersivi usare. Mi sono sentito in pace e a casa.

Il nostro comune sforzo di vivere nell'amore reciproco ci aiuta a superare le sfide della vita quotidiana. Quando ho saputo la notizia che la Cittadella nella quale avevo vissuto, nelle Filippine, era stata duramente colpita dall'eruzione del volcano Taal, ho trovato consolazione grazie alla comunità qui a Montet e insieme abbiamo pregato molto per questa calamità.

In un'altra occasione, uno di noi si è ammalato ed è stato ricoverato in ospedale per molti giorni. Ogni giorno gli portavamo ciò di cui aveva bisogno: vestiti, rasoio, libri, ecc. E perchè non si sentisse solo, rimanevamo con lui diverse ore, condividendo le nostre esperienze e pregando insieme.

Grazie a questo vissuto, sono diventato più sensibile alla presenza di Gesù in mezzo a noi, quando fra tutti c’è l’amore reciproco. In questo ultimo periodo, abbiamo vissuto in tempi speciali a causa della pandemia di Covid19. Nonostante la lontananza dal mio paese, dalla mia famiglia e dai miei amici, la Sua presenza tra noi, nelle nostre piccole comunità, dissolve le paure e le insicurezze. 

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